Ciao a tutti!
Come vi raccontavo, ho passato qualche giorno in Friuli. Oltre che per godermi la famiglia e un po' di relax, è stata un'occasione per assaggiare piatti tipici e vivere in prima persona le tradizioni locali.
Parlo di Friuli, non di Friuli Venezia Giulia, perché è proprio la zona circoscritta al Friuli quella che conosco meglio e visito spesso. Dobbiamo infatti specificare che dire "Friuli" non è l'equivalente di dire "Friuli Venezia Giulia". Il Friuli è una zona che comprende esclusivamente le provincie di Pordenone, Udine e, in parte, quella di Gorizia; mentre il territorio del Venezia Giulia comprende la restante parte della provincia di Gorizia e quella di Trieste.
Fatta questa piccola premessa, passiamo alla parte interessante!
La cucina friulana è basata in larga parte sulla carne. Tra l'altro, è molto frequente che le carni impiegate derivino da allevamenti casalinghi o dalla lavorazione casalinga di animali acquistati in allevamento.
Così ho avuto modo di assaggiare oca, germano, maiale... Tutto preparato secondo antiche tradizioni, tramandate da generazioni. Durante il mio soggiorno a Sesto al Reghena, sono stato a trovare mio cugino Tonino. Tonino ha un vasto appezzamento di terreno destinato all'allevamento di animali: galline di ogni razza, anatre, germani reali, oche, alpaca... Ha perfino un laghetto con gli storioni! Ovviamente non sono tutti destinati al consumo alimentare: l'allevamento è la sua passione. Quando abbiamo suonato al suo campanello, l'abbiamo interrotto mentre stava lavorando le anatre. Come tutti i friulani, è estremamente ospitale e ha sempre in fresco una bottiglia di prosecco. Ci ha fatto accomodare, ha stappato la bottiglia e ha messo sul tavolo un piatto con delle fettine di petto d'anatra avvolto nel grasso. Come potrete ben immaginare, la differenza tra un salume artigianale e uno prodotto per la grossa distribuzione è enorme.
Come molti friulani, anche Tonino ha una cantina adibita alla conservazione dei salumi, autoprodotti e non. Forse per chi non è del luogo è difficile da capire, ma in Friuli fare un salame in casa, o comunque averne in quantità nella propria cantina, è una cosa normalissima, come per noi mettere patate e fagiolini nel pesto.
Un paio di giorni dopo, Tonino e sua moglie, Flavia, ci hanno invitati a cena. Ovviamente a base di carne. Sfogliando il libro che ho postato qualche giorno fa "Salvia e rosmarino", mi sono davvero reso conto i quanto sia difficile trovare una ricetta che si possa definire vegetariana (non parliamo di vegana poi!).
Come antipasto, ci sono stati offerti dei deliziosi crostini al fegato e i salami della casa; poi tagliatelle con sugo di germano; a seguire due versioni diverse di germano: una a pezzi, in casseruola; l'altra a mo' di rollata.
E' sempre interessante poter assaggiare ciò che non fa parte della nostra "normalità", del nostro quotidiano e della nostra tradizione. A volte non serve andare in ristoranti con grandi nomi. Per lo meno, a volte è altrettanto interessante calarsi tra le abitudini di una regione, tra le mura di una casa accogliente, per poter apprezzare i sapori autentici della tradizione.
A presto per la prossima parte del mio racconto.
Se veghemmu! Anzi... Ariviodisi!
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